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NOVARA - 17-06-2019 - La Divisione Anticrimine della Questura di Novara, nell’ambito dell’attività di polizia giudiziaria, volta alla prevenzione e repressione di reati persecutori, ha condotto una  articolata attività info investigativa, al termine della quale ha richiesto ed ottenuto l’applicazione della misura cautelare della custodia in carcere, eseguita nei giorni scorsi nei confronti di un uomo di 49 anni di nazionalità italiana resosi responsabile del reato di stalking nei confronti di una trentenne. L’attività persecutoria aveva già portato nelle scorso mese di settembre all’adozione del  provvedimento di ammonimento del Questore, primo strumento preventivo per la lotta a questo tipo di reato. L'indagato però ha disatteso il provvedimento, proseguendo nella propria condotta e per tale motivo era stato denunciato in stato di libertà per il delitto di cui all’art. 612 bis – atti persecutori. Dopo una fase iniziale di allentamento della pressione, la situazione  con il tempo è andata peggiorando: le indagini hanno permesso di ricostruire la condotta reiterata da parte dell’uomo che ossessionava la giovane donna in particolare con appostamenti sotto la propria abitazione e nei luoghi pubblici frequentati dalla stessa, nonché con messaggi minacciosi ed offensivi inviati attraverso servizi di messaggistica. Sono stati acquisiti elementi e testimonianze che hanno evidenziato come l’uomo, in passato già amico della vittima, manifestasse una morbosa gelosia e una distorta percezione del rapporto con la predetta,  avanzando su di essa la pretesa di ottenere  rapporti sessuali, incurante dei continui rifiuti,  che portarono dapprima ad interrompere l’amicizia e a farsi allontanare dalla persona offesa e quindi ad interrompere ogni rapporto tra i due. Nei giorni scorsi c'è stata un'escalation di condotte moleste.  Vista la ricostruzione dei fatti e la perdurante sequenza di atti persecutori, l'attività della Polizia di Stato ha  evidenziato il grado di potenziale pericolosità dell’autore ed  ha consentito di richiedere ed ottenere celermente l’emissione da parte dell’Autorità giudiziaria di un idoneo provvedimento di custodia cautelare in carcere dell’indagato. Dalla Questura si sottolinea "la fondamentale importanza da parte delle vittime di farsi coraggio e denunciare tali “odiosi” reati affinché possa emergere tutto il sommerso e consentire agli organi competenti di  intervenire ed intraprendere azioni efficaci atte a far cessare tali condotte".

 

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