VERBANIA – 28.05.2019 – Una battaglia nella battaglia.

Se il nodo cruciale delle elezioni verbanesi è stato –e lo sarà ancor più al ballottaggio del 9 giugno– spingere affinché il proprio candidato prevalga, tra le coalizioni, e anche all’interno delle stesse liste, c’è stato chi, con ambizioni di assessorato o di qualche poltrona nobile, ha sgomitato per portare a casa le preferenze personali. La vincitrice è stata Anna Bozzuto (nella foto). Consigliere uscente e presidente della Commissione Finanze, ha visto il suo nome scritto sulla scheda, a fianco del simbolo del Pd, 268 volte. È stata la più votata e, come consigliere anziano, presiederà la seduta di insediamento, a prescindere da chi sarà sindaco. A due lunghezze di distanza, con 266, il collega Riccardo Brezza. Terzo Damiano Colombo di Fratelli d’Italia, che con 257 è stato in assoluto il migliore delle liste del centrodestra, davanti a Giorgio Tigano di Insieme per Verbania, fermatosi a 226. Nessun altro è andato sopra i 200. I “centenari” sono Nicolò Scalfi (Pd – 180), Giovanni Battista Margaroli (Pd – 180), Fausto Cavallini (Verbania Viva – 170), Luca Gnecco (Fratelli d’Italia – 145), Laura Sau (Verbania Viva – 141), Sara Bignardi (Insieme per Verbania – 134), Marinella Franzetti (Pd – 134), Alice De Ambrogi (Pd – 122), Michela De Nicola (Pd – 104) Mirella Cristina (Forza Italia – 101), Giorgio Comoli (Verbania Viva – 101).

Nel centrosinistra, come da tradizione, c’è stata una certa mobilitazione sul voto di preferenza, al contrario per esempio della Lega Nord, che pur potendo contare su 3.376 voti di lista (il Pd, primo partito verbanese, ne aveva 4.152), non ha avuto nessuno sopra i 100 e, in generale, una bassa concentrazione di voti ai singoli candidati.