VERBANIA – 13.05.2019 – È una patologia subdola,
una malattia del benessere che colpisce il 4% della popolazione mondiale, che rischia di avere gravi conseguenze, ma che si può curare. Osas, acronimo inglese di Obstructive sleep apnoea syndrome, è la sindrome delle apnee ostruttive, un disturbo provocato da fattori fisici che non sempre è conosciuto e riconoscibile. Il mese di aprile è stato dedicato alla prevenzione di questa patologia che ha visto, anche nel Vco, impegnata in un’opera di sensibilizzazione la società Face Team, che ha sede a Milano ma che s’avvale anche di medici della provincia.
Che cos’è l’Osas? “È una patologia subdola, poco conosciuta e molto grave: il 40% di chi ne soffre, nei cinque anni successivi alla prima manifestazione incorre in un fatto molto grave – spiegano gli esperti di Face Team –. Un fatto che non necessariamente significa la morte. “Si rischia certamente di morire soffocati nel sonno, ma i rischi sono soprattutto diurni: un colpo di sonno che può provocare un incidente, un ictus, un infarto…”.
Da che cosa è dovuto l’Osas? “Da un ristretto spazio fisico nella cavità orale che, durante il sonno e quando i muscoli si rilassano, non fa più passare l’ossigeno verso i polmoni”.
In quel momento si soffre di apnea. “Il numero di apnee in un’ora stabilisce la gravità della patologia. Si arriva anche a 70-80 in un’ora. Interrompono il sonno, non permettono il riposo, e arrecano affanno al paziente che di giorno avverte sonnolenza, stanchezza, emicrania, un senso di spossatezza che si riflette nell’efficienza del lavoro o delle incombenze quotidiane e nell’umore”.
Come ci si accorge d’esserne affetti? “Le apnee non sempre vengono percepite dal soggetto. Ma ci sono sintomi, per così dire, fisici: un forte russamento, una certa corpulenza nella parte del collo. Partendo da questo si può effettuare un test diagnostico, il cosiddetto test di Berlino, che dà un primo responso”.
L’Università di Milano, in collaborazione anche con il Face Team –un gruppo di medici e chirurghi di Milano specializzato in interventi maxillo-facciali, di chirurgia plastica-estetica e odontoiatrici– sta sensibilizzando in queste settimane i medici di base, anche del Vco, per somministrare il test ai pazienti a rischio. “Se il test di Berlino è positivo, si prende un appuntamento con un team di medici specializzati per un colloquio multidisciplinare che valuti il caso, anche con ulteriori esami”.
Il principale è la polisonnografia, che consiste nel monitorare battito cardiaco, frequenza respiratoria e altri parametri durante il sonno. “È semplice, non invasivo, si può fare a domicilio e ci dà la misura della gravità delle apnee”.
A quel punto si studia come intervenire. “Premesso che nella quasi totalità dei casi, dall’Osas si guarisce e che un corretto stile di vita e di alimentazione sono indispensabili, ci sono due strade: quella di un ausilio meccanico, un respiratore c-pap da tenere la notte; o la chirurgia”. La chirurgia può intervenie in due modi: o allargando lo spazio tra i corpi molli della bocca e della gola, o spostando in avanti di circa un centimetro le ossa della mandibola, per far spazio all’aria”.
Nella foto gli specialisti del Face Team. Per prenotare le visite gratuite e necessario telefonare al numero 327.2996842.