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papi radical

STRESA – 28.08.2019 – Con “Il censimento dei radical chic”,

che sarà presentato dall’autore Giacomo Papi questa sera al Regina Palace hotel di Stresa va in scena l’ultimo dei cinque appuntamenti con i finalisti del Premio Stresa di Narrativa. A seguire proponiamo una recensione del romanzo ucronico edito da Feltrinelli.

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Quando si legge un libro si verifica un transfert temporale che ci trasporta nella storia narrata e si attua un processo di immedesimazione con i personaggi della vicenda. Il romanzo di fantapolitica, “Il censimento dei radical chic”, induce il lettore a interrogarsi sulla possibile attuazione di un programma legislativo inverosimile che l’autore utilizza come tema letterario di provocazione.

I personaggi del romanzo fanno emergere i contrasti tra il pensiero intellettuale di una ristretta cerchia di persone e quello popolare, che è la maggioranza sovrana, di un paese prossimo all’avvento di un conflitto. La partecipazione di Giovanni Prospero ad un talk show, colpevole di aver citato Spinoza, è stato il movente della subita aggressione e uccisione da parte di sconosciuti sul pianerottolo della sua casa in Via Ozanam 4. Olivia è la figlia di Giovanni Prospero, un professore di 72 anni, assassinato per essersi espresso contro le politiche di un Governo totalitarista che intende censire in un Registro Nazionale degli Intellettuali e Radical Chich, tutte quelle persone che vanno protette e schedate perché si ritengono più intelligenti degli altri.

Atterrata a Linate, Olivia deve riconoscere la salma del padre per organizzare il suo funerale in una Milano ostaggio delle Brigate della Beata Ignoranza. Cesare Gandini, l’amico del professore è l’unico che riconosce in Prospero un uomo con il coraggio intellettuale di rimanere fedele alla sua vocazione di pensatore visionario, convinto che la conoscenza, espressa con le parole, è l’unica possibilità per l’umanità di evolversi. Cosma Antonini è un giovane intellettuale che, all’insaputa di Olivia raccoglie tutti i libri conservati nella libreria del professore Prospero per aspettare il momento giusto e scaraventarli con una camionetta in fiamme su Piazzale Loreto, proprio nel momento in cui la folla si è radunata per acclamare il nuovo Ministro degli Interni.

Questi personaggi sono il cardine di una vicenda che, per quanto assurda possa sembrare, non è dissimile a quella dei fatti che già appartengono alla storia del nostro paese, anche se estremizzati dall’immaginazione dell’autore del romanzo. Ironico e coinciso, lo stile letterario di Giacomo Papi è particolarmente originale nella forma e nel contenuto; la cancellazione di alcune parole dal testo pubblicato da Feltrinelli, fa pensare al romanzo come ad una bozza che precede la stampa definitiva, in stretta correlazione con il messaggio stesso della storia narrata.

L’11 novembre è il giorno indicato nel libro in cui esce il primo elenco provvisorio delle parole, vietate, sconsigliate o abolite dalla Lingua Italiana Semplificata. La vita lavorativa di Olivia si svolge in Inghilterra come chef nel più grande ristorante italiano di Reading e questo fa pensare al fenomeno migratorio in atto per affermarsi in una professione. Il compagno di classe di Olivia, il Primo Ministro degli Interni, è l’attuatore della riforma linguistica contro i radical chic, egli è la prova di come il successo professionale cambia le persone infatti il suo programma legislativo tradisce i propri ideali di gioventù. Anche Maguro, l’amante di Olivia, è il riflesso di un comportamento sociale volto a far perdurare relazioni inconsistenti che si diffondono per mancanza di tempo o di condivisione di sentimenti veri.

L’obiettivo dell’autore è mettere in evidenza il paradosso e l’analogia con il nostro tempo; come nel teatro dell’assurdo di Samuel Beckett, nel romanzo di Giacomo Papi il lettore vive l’urgenza di una riflessione sulla necessità di riconciliazione tra verità e finzione dove l’una e l’altra siano ben definite e distinte. Continuando a vivere nella proiezione virtuale delle fake news l’umanità sta rischiando di essere dominata dall’incomunicabilità controllata, dove nessuno si fida più di nessuno.

Olivia capisce che la morte di suo padre rimarrà sempre un mistero come lo è stata la sua stessa vita, quando sui social si faceva chiamare Plico della Girandola.

Il sequestro del Garante della semplificazione è l’inizio di una rivolta sociale; migliaia di libri si trasformano in fumo e coriandoli insieme ai documenti conservati al Museo di Storia Naturale. La città di Milano è coperta di neve e cenere mentre si delineano nuovi confini tra quello che si può dire e quello che si può solo più pensare.

Monica Pontet*

* Docente, scrittrice e pubblicista

 

 

 

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