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ROMA- 7-4-2025 -- Dal 29 marzo 2025 è in vigore il decreto-legge 36 (Gazzetta Ufficiale 73 del 28 marzo 2025).
Nelle premesse del decreto-legge si fa riferimento alle leggi più importanti, in materia di cittadinanza italiana, emanate dall’Unità di’Italia in poi, che riguardano i cittadini italiani all’estero da generazioni e che non avevano alcun vincolo di tempo per richiedere o per continuare ad avere la cittadinanza italiana, nonostante da decenni vivano all’estero o siano discendenti di italiani all’estero senza un effettivo legame con l’Italia e anzi perfettamente integrati in Stati esteri con i quali condividono la cultura e la storia.
Si consideri che i Paesi di maggiore emigrazione italiana hanno avuto negli ultimi anni un forte incremento di riconoscimenti della cittadinanza. Dalla fine del 2014 alla fine del 2024 i cittadini residenti all’estero sono aumentati da circa 4,6 milioni a 6,4 milioni: un aumento del 40% in 10 anni. I procedimenti giudiziari pendenti per l’accertamento della cittadinanza sono oltre 60.000.
Ad esempio, l’Argentina è passata dai circa 20.000 del 2023 a 30.000 riconoscimenti già l’anno successivo. Il Brasile è passato da oltre 14.000 nel 2022 a 20.000 lo scorso anno. Il Venezuela contava quasi 8.000 riconoscimenti nel 2023. Gli oriundi italiani nel mondo che potrebbero chiedere il riconoscimento della cittadinanza con la legge vigente sono potenzialmente tra i 60 e gli 80 milioni.
Per porre freno a questa situazione si è stabilito che tutte le domande per ottenere la cittadinanza italiana dei residenti all’estero saranno considerate valide se presentate fino alla mezzanotte del 27 marzo 2025, ma dal 28 marzo ora vi sono nuove regole.
Adesso, gli italo-discendenti nati all’estero saranno automaticamente cittadini solo per due generazioni: solo chi ha almeno un genitore o un nonno nato in Italia sarà cittadino italiano dalla nascita.
E’ prevista una seconda fase per una riforma organica dell’acquisto della cittadinanza italiana.
Con un primo disegno di legge (sempre approvato il 28 marzo scorso) si introducono ulteriori e più approfondite modifiche sostanziali alla legge sulla cittadinanza. Si impone innanzitutto ai cittadini nati e residenti all’estero di mantenere nel tempo legami reali con il nostro Paese, esercitando i diritti e i doveri del cittadino almeno una volta ogni venticinque anni.
La riforma è completata da un secondo disegno di legge che rivede anche le procedure per il riconoscimento della cittadinanza. I residenti all’estero non si rivolgeranno più ai consolati, ma ad un ufficio speciale centralizzato alla Farnesina. Ci sarà un periodo transitorio di un anno circa per l’organizzazione dell’ufficio. L’intento è rendere più efficienti le procedure. I consolati dovranno concentrarsi sull’erogazione dei servizi a chi è già cittadino e non più a “creare” nuovi cittadini.
Dal 28 marzo 2025 praticamente in tutte le ambasciate italiane all’estero sono state sospese le procedure per il riconoscimento della cittadinanza italiana in modo da applicare i nuovi criteri.
Carlo Crapanzano

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