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CREVOLADOSSOLA- 06-04-2025-- Torniamo ai giorni nostri. Le stesse gite di pochi o meglio tanti anni fa sembrano più lunghe e impegnative. In questa escursione, abbastanza avventurosa e faticosa, essendo la prima “seria” del 2025, si percorrono sentieri che in estate, con la vegetazione rigogliosa, sarebbero quasi impraticabili. Già il panorama della piana ossolana dall’Alpe Termine varrebbe la discreta fatica, abbinata oggi al prima caldo, ma più si sale più lo spettacolo migliora, fino a culminare nel meraviglioso pianoro, oggi innevato, dell’Alpe Fuori.

GITA N. 178 O 24 – ALPE TERMINE  ALPE FUORI

MARZO 2025

Dislivello: 940 m. Tempo totale: 4 h 40’. Sviluppo: 8,7 km.

La giornata è splendida. Il referendum fra neve e erba non è neppure iniziato, non c’è storia, la neve ha poco successo. E’ così che quattro anziani, assistiti da un medico e quattro badanti, si trovano per un caffè ai trecento metri di Preglia anziché ai duemila del Passo del Sempione, per poter restare sotto la quota della neve. Ma in questo periodo non è facile.  In auto saliamo alla frazione Canei e proseguiamo lungo la strada per l’Alpe Andromia, fino alla sbarra, a quota seicento circa, che impedisce ai contribuenti di serie B di fare uso di una strada costruita anche con il loro denaro. E non mi si parli di “sicurezza” visto che in alcune occasioni, forse per “fare cassa”, la strada viene aperta a tutti.

Non solo questa, ma tutte le strade montane “sbarrate”, ovviamente. Parcheggiamo e risaliamo sull’asfalto per pochi minuti fino ad incontrare sulla sinistra, al disotto della strada, il sentiero per l’Alpe Termine. Breve pausa all’Alpe Curtavello, 877, immersa nel bosco, dove si trovano baite in ottimo stato insieme ad altre  diroccate. Dopo un’ora di cammino siamo all’Alpe Termine, 1065, splendido balcone panoramico su Domodossola e sulla piana dell’Ossola. Durante la pausa colazione riceviamo la telefonata da Palermo di un anziano ex alpinista che ormai preferisce le crociere alle nostre montagne.

Proseguiamo, sempre diretti a sud ovest, sul sentiero dietro la bella casetta dell’Alpe. All’inizio è pulito e ben segnato, ma ben presto lo perdiamo. In ordine sparso e con l’aiuto della tecnologia lo ritroviamo abbastanza rapidamente ed entriamo nel bosco di faggi, in piano fino al cartello che indica il bivio per l’Alpe Monte (tre quarti d’ora, compreso il tempo perso alla ricerca del sentiero). Siamo sulla dorsale che sale da Caddo e fa da sponda, sulla sinistra orografica, al Rio Deseno, che scende dal Lago d’Andromia e dal Passo delle Frove. Aldilà del vallone il Pizzo Crogna. Viriamo a nord ovest. Il sentiero è di nuovo evidente, anche se non indicato sulla cartina.

Tanti anni fa lo percorsi da Caddo, ma non so se nella parte inferiore esiste ancora, visto che anche qui arrivò l’homo idroelettricus che, con la condotta che noteremo più in alto e con la relativa centralina, lo ha probabilmente distrutto, come si usa fare. E il rio, che fa da confine fra i comuni di Domodossola e Crevoladossola, una volta quasi asciutto a valle, adesso lo è del tutto, salvo rare eccezioni. Riprendiamo a salire decisamente, superando anche un tratto molto ripido, con passo tranquillo per dare fiato a qualche anziano stanco. Arriviamo sul bellissimo pianoro, prima bosco e poi prato, dell’Alpe Fuori, 1531 (un’ora).

Qui il consiglio dei giorni scorsi di calzare scarponi “da neve” risulta prezioso, anche se da Domodossola non se ne vedeva traccia. Si deve battere pista in quasi mezzo metro di bianco mantello e, di fianco ad una baita, finalmente ci sfamiamo, crogiolandoci al sole. Dopo pranzo passiamo dalla neve marcia alla neve battuta della strada che scende all’Alpe Onzo e ne percorriamo il primo tratto fino a quota 1300 (siamo su un versante nord est, ancora poco soleggiato). Finita la neve, torniamo sul sentiero e si accorciano i tempi. Dopo un’ora e mezza arriviamo all’Alpe Onzo, 811.

Proseguiamo sulla strada asfaltata e chiudiamo l’anello odierno al bivio per l’Alpe Termine. Dopo meno di mezz’ora siamo alle auto. Al bar Vecchio Mulino di Preglia continua ad offrire il Direttore Tecnico, anche Regista e Tecnologo, che festeggia un bellissimo, ma ormai lontano compleanno.

Gianpaolo Fabbri

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