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ARONA - 12-02-2025 -- Doppio appuntamento ad Arona per Act, Arona Città Teatro, che sabato 15 febbraio raddoppia.

Alle 17, per la rassegna Nativi Teatrali in particolare per i piccolissimi da 1 a 4 anni, al Clapannone di via Fratelli Bandiera 17 ad Arona va in scena "Spot".

Alle 21, per la rassegna SpettAttori, al teatro San Carlo di via Don Minzoni 17 ad Arona,  "Buonasera Sig. G".

 

Spot è un faro teatrale molto particolare, che illumina e si esprime disegnando forme e colori in movimento.
Con questa produzione prosegue il progetto di ricerca sulla luce, iniziato con “Sotto un’altra luce” e continuato con “On-off”.
Un nuovo viaggio nella “luce” alla scoperta delle sue tante possibilità di raccontare. Uno spettacolo dedicato ai piccoli spettatori e alla loro contagiosa capacità di stupirsi.

 

Il signor G è un signor Gaber, che sono io, è Luporini, noi, insomma, che tentiamo una specie di spersonalizzazione per identificarci in tanta gente.”  G.Gaber

Più che un omaggio al papà del teatro canzone, lo spettacolo è un viaggio che segue un impulso, un istinto; di fronte all'immensa opera di Gaber e Luporini ci si sente un po' persi e disorientati e soprattutto folgorati dalla straordinaria, e a volte straziante, attualità dei loro monologhi e delle loro canzoni.
Gaber si affacciava sul ciglio di un baratro. Oggi ci troviamo in quel baratro e siamo in caduta libera. E allora ci siamo davvero abbandonati anche noi in questa caduta libera, con tutta l'incoscienza a disposizione, senza aver paura di sbagliare, di mostrare il fianco, di risultare inadeguati, inadatti. E lo siamo senz'altro, in tutti i sensi.
In fondo è tutta una questione di fragilità, di saper accettare il disequilibrio, di non aver troppo timore di guardarsi davvero. Il fatto è che il Sig. G non è un personaggio. Il Sig. G siamo proprio noi.
Da un marciapiede di una città semi-deserta e buia alla penombra di una camera da letto, dallo spazio soffocante di un ascensore allo specchio del proprio bagno, eccoci a fare i conti con la nostra meschinità, con le nostre più profonde contraddizioni, con le nevrosi e le frustrazioni quotidiane. Ma non è solamente una questione di sopravvivenza: Buonasera Sig. G parla anche di speranza, di un sogno che per quanto rattrappito è ancora lì, nutrito artificialmente e tenuto in vita con un accanimento terapeutico disperato.
Ha il polso debole e respira a fatica ma, nonostante tutto, è ancora vivo, l'uomo.
Abbiamo scelto accuratamente i testi e le canzoni ascoltando prima di tutto la pancia (come avrebbe detto Gaber stesso) e poi cercando il senso, il disegno finale. Ad ogni replica questa ricerca continua, ogni volta troviamo un senso differente e il disegno ci appare diverso.
Cinico, scanzonato, violento, ironico, Gaber è ancora lì, sul palco, che oscilla dinoccolato cantando le paure e le speranze, le frustrazioni e l'incertezza del vivere, aspettando il momento giusto per spiegare le ali e spiccare il volo.

 

 


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