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albertella giandomenico

VERBANIA – 21.06.2019 – Un sì che spacca il centrodestra.

È bastato che Giandomenico Albertella accettasse la proposta di presiedere il Consiglio comunale di Verbania per mandare in frantumi la coalizione. Il candidato del centrodestra che al ballottaggio del 9 giugno è stato rimontato dal sindaco uscente Silvia Marchionini sino a essere superato di soli 170 voti, la scorsa settimana ha ricevuto dal segretario provinciale del Pd Giuseppe Grieco l’invito ad assumere l’incarico istituzionale di presidente dell’assemblea. Il ramoscello d’ulivo teso per rimarcare una vittoria (e, letta al contrario, una sconfitta) molto risicata, è stato fin dall’inizio letto da qualche scettico del centrodestra come un tatticismo per togliere di mezzo un avversario a Palazzo Flaim dandogli un ruolo di garanzia. I mal di pancia dei giorni scorsi sono cresciuti man mano che è emersa la possibilità concreta che l’ex sindaco di Cannobio accettasse. Ieri, nell’incontro che ha avuto con Marchionini, è arrivato il via libera con la richiesta di stilare un’agenda comune e temi condivisi per il bene di Verbania: dalla statale 34 ad Acetati, dal ruolo di Verbania capoluogo alla sanità.

La notizia non è stata ben accolta dalle segreterie di Lega, Forza Italia e Fratelli d’Italia. Ieri sera si sarebbe dovuto tenere un incontro politico che, però, ha visto i partiti assenti e che, di fatto, ha portato allo strappo. Stamane di buon’ora la civica “Insieme per Verbania” che ha sostenuto Albertella e che ha portato a Palazzo Flaim tre consiglieri (Giorgio Tigano, Sara Bignardi e Silvano Boroli), è uscita ufficialmente con un comunicato a sostegno della presidenza Albertella.

A stretto giro di posta è arrivata la nota congiunta di Lega, Fi e Fdi che ha preso le distanze da Albertella.

I favorevoli all’accordo sostengono che sia nell’interesse della città. I contrari lo reputano un tradimento verso gli elettori e una desistenza nel guidare l’opposizione da parte del leader della coalizione. A prescindere dalle spiegazioni e dalle motivazioni è chiaro che la frattura s’è consumata. Con quale misura lo si vedrà mercoledì sera al “Maggiore”, nella seduta di insediamento. L’elezione del presidente comporta, alla prima votazione, un quorum di due terzi (22) che, se non raggiunto, rinvierà tutto a una nuova adunanza da tenere entro 14 giorni. Contando che la maggioranza dispone di 20 voti (21 con il sindaco) e che Albertella e i tre della civica ne aggiungono altri 4, a meno che non entrino in azione franchi tiratori la partita si potrebbe chiudere.

 

 

 

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